Il Martirano buca la prima ma vince lo stesso. Questa frase paradossale fotografa alla perfezione ciò che è successo domenica scorsa contro il Cicala. Nonostante il 3-1 inflitto dai padroni di casa alla squadra di mister Marrelli, Martirano ha vinto. Perché quando riparte un movimento importante, non solo dal punto di vista sportivo ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale, di vittoria si deve parlare.
A Martirano Lombardo è ripartito un qualcosa che per molti anni è mancato. Per molti anni la parola calcio è stata materia essenzialmente da bar, legata quasi esclusivamente alla sua versione miliardaria e televisiva. Si è parlato di Juve, di Inter, di Milan, quasi come se il calcio fosse solo questo. È anche questo siamo d’accordo, non siamo ipocriti. Ma di calcio giocato vero e proprio nemmeno l’ombra. E questo perchè il nostro paese per molti anni non ha potuto contare sul campo sportivo. Raccontano i meno giovani che un tempo Martirano era l’unico paese della zona ad avere un campo sportivo. E per questo era invidiato. Le cose poi negli anni evidentemente si sono ribaltate. Non abbiamo avuto un campo per anni e parallelamente a cosa abbiamo assistito? Bastava passeggiare per le strade del paese nei mesi estivi per notare il brulicare di nuovi e giovanissimi talenti della briscola e del tresette seduti ai tavoli dei bar per ore. Parallelamente intorno crescevano le distanze tra i vari gruppi di giovani, la loro coesione veniva meno. Non a caso una delle cause più gettonate che saltano fuori quando si parla del degrado culturale e dell’assenza di iniziative a Martirano è proprio la frammentazione tra i giovani. Esiste un nesso tra le cose? C’è un legame tra l’assenza dello sport a Martirano e il suo degrado? Io credo che solo chi nega il valore sociale e di collante dello sport possa rispondere negativamente a queste domande. È indiscutibile infatti il ruolo cruciale dello sport per veicolare valori fondamentali, per socializzare, per educare al rispetto delle regole, alla tolleranza.
Nelle realtà più degradate del mondo oggi si tende sempre più a costruire impianti sportivi e scuole calcio per salvare milioni di bambini dalla strada, dalla malavita, dal commercio di esseri umani. Dunque il calcio, nella sua componente più sana e primaria, può essere una potente ancora di salvezza e uno straordinario mezzo di coesione tra gli uomini, senza distinzione di età. Infatti quando pensiamo a un pallone il più delle volte ci viene in mente l’immagine del chiasso di bambini che lo rincorrono in un campo, in un cortile, in un giardino, al mare. Non c’è immagine migliore di questa per sintetizzare la grande capacità che ha questo semplicissimo oggetto sferico di annullare le distanze tra gli uomini. E poco importa se questi bambini spesso hanno quaranta o cinquant’anni.
Nel nostro paese qualcosa dunque è cambiato. Lo testimonano il grande entusiasmo che si respira per le vie del paese,l’affetto attorno alla squadra e l’attesa per la “prima” in casa, l’orgoglio di aver ripristinato, dopo vari costosi e fallimentari tentativi, il campo, le riunioni degli ultras per mettere a punto i cori, la presenza di settanta fedelissimi a Cicala, l’eccitazione dei bambini della scuola calcio che sognano la prima squadra. Ma non bisogna dimenticare la grande passione dimostrata dalla dirigenza e l’appoggio importante dell’amministrazione comunale. Insomma,ci sono tutte le componenti per fare in modo che questa diventi una gran bella avventura.
Tornando alla sconfitta di Cicala, non bisogna fare drammi. La squadra,priva di alcuni elementi importanti, nonostante il pesante passivo per lunghi tratti ha ben figurato. È stata condannata da alcune disattenzioni difensive e da un calcio piazzato mostrando comunque un buon collettivo e una discreta manovra.
“Sono contento dei miei ragazzi. Abbiamo sbagliato l’approccio iniziale. Dobbiamo lavorare per essere perfettamente schierati fin dal primo secondo ed evitare di subire gol a freddo. Dopo il pareggio di Michele pensavo che ce l’avremmo fatta ma abbiamo commesso delle ingenuità. Siamo una squadra giovane, dobbiamo crescere tutti. Niente di grave comunque, siamo solo alla prima” ha dichiarato al termine mister Marrelli.
(5/11/2010)
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