Non sono state positive le ultime due giornate di campionato
per il Martirano che ha visto interrompersi la sua striscia di risultati
positivi riportando due brutte sconfitte in casa con il Real Cerva ( 2 a 4 ) e
in trasferta sul campo del San Pietro Apostolo (2 a 0). Le squalifiche e gli infortuni che hanno ridotto la rosa all’osso,
e le difficili condizioni atmosferiche che hanno fatto saltare buona parte
delle sedute di allenamento, hanno influito e non poco sul rendimento della
squadra in questi ultimi quindici giorni. Chiaramente il Martirano c’ha messo
del suo, evidenziando problemi che stanno diventando pericolose abitudini. A
dire il vero ce n’è una che i tifosi gialloneri conoscono alla perfezione: la
falsa partenza.
Negli ultimi due turni i minuti iniziali martiranesi sono
stati orribili e hanno dato una direzione precisa alla partita. Nella gara con
il Real Cerva a metà del primo tempo le aquile erano già sotto di due gol
mentre sono bastati cinque minuti o poco più al San Pietro Apostolo per
infliggere lo stesso parziale alla squadra di mister Ambrosio. La difficoltà ad
approcciare nel modo giusto le gare è un brutto segnale su cui riflettere e
contro cui non sempre il proverbiale cuore dei gialloneri può risultare
decisivo, come dimostrano le recenti sconfitte.
Sia con il Real Cerva, sia a San Pietro in seguito al
pesante passivo si è vista una grandissima reazione (anche a questa sono
abituati i tifosi martiranesi però…) che nell’ ultima partita casalinga ha
portato al momentaneo pareggio con Sposato e Vescio, mentre non ha condotto a
nulla nel match di domenica scorsa. Il risultato finale è stato comunque
identico e ciò dimostra che non sempre gli attributi sono sufficienti.
Soprattutto quando interviene un altro fattore: la sfiga. Contro il Real Cerva
per esempio, dopo aver raggiunto il pareggio, per ben due volte i legni hanno
impedito al Martirano di portarsi in vantaggio contro un avversario ridotto
addirittura in dieci. Con il San Pietro invece non è stata la sorte a opporsi
ma il numero uno di casa che ha chiuso la via del gol con almeno quattro
interventi prodigiosi su Cerqua (spettacolare tiro al volo da fuori), Neri (si
fa ipnotizzare dal portiere), Vescio (tira addosso al portiere in seguito a schema
pregevole su calcio da fermo in collaborazione con Neri) e V. Gallo (bella
iniziativa personale).
In generale sono state due partite che hanno offerto alcuni
punti di riflessione e alcuni sono gia emersi nelle righe precedenti. Il cuore
dunque, qualità importantissima di cui è ricchissima questa squadra, non sempre
è sufficiente. È fondamentale partire subito a mille e non con il freno a mano
tirato e su questo dovrà intervenire mister Ambrosio al quale rivolgo alcune
critiche per l’impostazione che dà alla squadra in alcuni momenti della
partita. Mi riferisco al ricorso ossessivo al lancio lungo che in buona parte
della gara diventa lo schema di riferimento con il conseguente allungamento
della squadra e la perdita dei già precari equilibri tra i reparti. A che serve
giocare cosi?E soprattutto, a che serve un centrocampo dai piedi buoni se
questo è condannato a non toccare palla visto che viene costantemente
scavalcato? Tanto vale giocare con una difesa a otto!Tralasciando i risultati,
le cose buone in questi anni si sono viste nei momenti in cui la squadra non
faceva ricorso sistematico al lancio lungo, a questo modo arcaico di giocare a
pallone, e le squadre che sono venute a Martirano a impartire lezioni sono
state ammirate perché giocavano palla a terra. Non erano certo il Barcellona ma
si limitavano a giocare in modo semplice e lineare.
Giocare in questo modo, caro mister Ambrosio, può essere
accettabile in trasferta ma non si possono interpretare in questo modo le gare
interne!Inoltre questo metodo avvilisce un intero reparto che è quello
fondamentale e le conseguenze le paga l’intera squadra.
Un centrocampo costretto a vagare rincorrendo palla e
avversari non trova mai la giusta posizione in campo, non può mai offrire la
dovuta protezione alla difesa, non può fornire gli adeguati rifornimenti agli
attaccanti, non può far salire la squadra. Un squadra che soffre a centrocampo
è una squadra che soffre tutta la partita, e non lo dico certo io. Con il
centrocampo si vincono e si perdono le partite. Il Martirano ha, e lo sostengo
da tempo, uno dei centrocampi più forti della categoria. Perché non
valorizzarlo?
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